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Vivi alla luce del sole o morti in fondo al mare

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INFERNO BLU COBALTO

Mar dei Caraibi, 1666.
Il Reaper, una nave pirata di Port Royal in Giamaica, attacca una nave a est di Cuba.

Ma la preda catturata si rivela di tutt’altra pasta: è una nave inglese. Carlo II d’Inghilterra,

il potente sovrano, brama vendetta e vuole il comandante Charles Lee Knight: vivo o morto, non fa differenza.

Charles Lee Knight affronterà il suo destino attraverso oceani, isole sconosciute, avventure, indigeni, battaglie navali, tempeste, violenze, morte, prigionia, bottini… E amore.

Titolo Libro

L’ENIGMA DEL PIRATA

Inghilterra, 1940. Henry Adams e Moses Russell non hanno dubbi: la lettera rinvenuta in una delle tombe, identifica lo scheletro come il pirata Charles Lee Knight, morto il giorno del Signore 5 novembre 1706.

Prima di abbandonare la vita terrena, però, il filibustiere lascia ai due una pista da seguire: la storia delle sue gesta sull’oceano Pacifico e della sua nave,

il Reaper. Il conte James H. Knight, erede del pirata, decide che è ora di fare luce sulla storia del suo casato.

Finanzia così una spedizione nei lontani Mari del Sud, nelle Isole Salomone, ma lo spettro spietato del Giappone imperiale sovrasta come un’ombra tutte quelle colonie anglo-americane.

La guerra tra Stati Uniti e Giappone è molto vicina e la spedizione archeologica dovrà quindi affrontare mille avversità, ma anche avventure, scoperte ed esplorazioni.

PIRATI SOTTO SCACCO

Nel 1665 il Mar dei Caraibi ha un solo padrone: la Spagna.

Pirati e bucanieri anglo-francesi infestano quelle isole, depredano e danno filo da torcere agli spagnoli con continue azioni di guerriglia, sia in mare sia in terra.

I Fratelli della Costa ordiscono un piano ambizioso per recuperare i cinque idoli d’oro del popolo Cueva.

Sulla grande scacchiera marina dei Caraibi la battaglia tra pirati e spagnoli si fa sempre più sanguinosa e violenta, tuttavia il potere dell’oro va ben oltre i confini dettati dall’avidità umana.

ANTILLE NERE

Isola della Tortuga, 1665. I pirati anglo-francesi non hanno ancora chiuso la partita con la Spagna.

I Fratelli della Costa sono pronti a salpare per una nuova spedizione tra le Antille, a caccia di prede e bottini, per saziare la loro sete di denaro.

Non solo: dovranno recuperare gli idoli d’oro del popolo Cueva.

C’è però un’ombra all’orizzonte, sulla grande scacchiera del Mar dei Caraibi: gli spagnoli.

I filibustieri si troveranno a combattere una lunga battaglia sul mare contro un nemico sleale e perfido.

VAGABONDI DEL MARE

Capo Gracias a Dios, 1665.

I vagabondi del mare sono pronti a giocare un’ultima, violenta e sanguinosa partita contro il nemico di sempre: la Spagna.

Naufragati lungo una costa selvaggia e inospitale del Mar dei Caraibi, i pirati anglo-francesi salpati tempo prima dalla Tortuga dovranno affrontare mille pericoli, alleandosi perfino con i sanguinari forbans di quei luoghi perduti.

La Spagna vuole gli idoli d’oro del popolo Cueva e i pirati si troveranno a giocare su una scacchiera pericolosa, contro la morte.

MEGALODON IL PREDATORE PERFETTO

Luke Perrington non ha dubbi: gli enormi denti ritrovati alle ​​Galapagos, nella carcassa spiaggiata di un calamaro gigante, appartengono a un Carcharocles megalodon, uno dei più grandi squali mai esistiti.

Poco tempo dopo il sottomarino d’attacco nucleare USS Cheyenne effettua un rilevamento mille miglia al largo della costa del Perù, con un nuovo sistema sonar.

Le immagini elaborate sono chiare: si tratta di un organismo squaliforme enorme che vive a profondità proibitive.

Non c’è tempo da perdere, il gruppo di ricerca organizza una spedizione a bordo del vascello Sea Dragon, specializzato in ricerche scientifiche sottomarine.

La vera sfida sarà ​però ​nell’oceano Pacifico meridionale.

Molte cose non andranno secondo i piani e i ricercatori dovranno affrontare le loro paure per studiare uno dei più grandi predatori della storia naturale./p>

MEGALODON 2040

Anno 2040. Gli oceani e le terre emerse continuano a subire la crudeltà del genere umano, privo di equilibrio con la natura.

Le calotte polari sono ormai quasi scomparse e il geologo Kurt Dryden, operativo in Antartide, scopre un giacimento fossilifero ricco di animali che si sono perfettamente ibernati 2.6 milioni di anni fa.

La scoperta ha un che di eccezionale nella storia geologica e una spregiudicata azienda cinese ne approfitta per realizzare uno dei più ambiziosi e pericolosi progetti della scienza: riportare in vita uno dei più grandi squali predatori della storia naturale, il megalodon.

LA CULLA DELLA MORTE

Africa Orientale Britannica, 1898. Il governo inglese incarica il tenente colonnello John Henry Patterson di progettare il ponte ferroviario sul fiume Tsavo, in Kenya.

Malattie, carestie e guerre Maasai hanno flagellato la regione per decenni, ma ora c’è un nuovo nemico, silenzioso, invisibile e selvaggio: il leone. Anzi, due grossi maschi solitari che vagabondano nella zona. Gli operai cominciano a sparire, i cadaveri vengono ritrovati maciullati, altre volte ridotti molto peggio.

Le morti continuano e la paura comincia a serpeggiare nell’accampamento, fino a quando la ribellione dei lavoratori sfoga in un vero e proprio esodo di massa. Patterson tenta in ogni modo di fermare le belve, costruendo diverse trappole e appostandosi notte dopo notte sugli alberi per abbattere i due mangiatori d’uomini, ma non c’è verso di porre fine al “regno del terrore”.

CAPO TIBURON BUCANIERI ALL’ATTACCO

1635. La piroga pirata Chasseur, lunga 10 metri e con 29 filibustieri a bordo, è alla deriva dopo una tempesta nel mar dei Caraibi.

La lunga canoa si trova cinque miglia a ovest di Capo Tiburón, un promontorio roccioso a sudovest di Haiti-Santo Domingo, che regna sovrano come un gigantesco mostro marino su quel tratto di mare.

I naufraghi languono come anime perdute in un’astenia infinita: si fanno avanti la fame, la sete e l’avidità, che li ha spinti per mare.

Il comandante dei bucanieri, un certo Pierre Le Grand, avvista qualcosa nei pressi di Capo Tiburón.

Non ci sono dubbi: è un galeone spagnolo enorme. Il pirata urla ferino sul ponte l’ordine di attacco e, navigando a remi, durante la notte,

Le Grand fa affondare prima lo Chasseur e poi lancia i suoi uomini all’arrembaggio dell’immensa nave da guerra.

Vivi alla luce del sole o morti in fondo al mare. Questa è la vita nella filibusta

IL GIOCO DEL CALABRONE

Questo è un romanzo basato su eventi reali. Oceano Pacifico, arcipelago delle Hawaii, 27 marzo 1941.

La spia giapponese Morimura Tadashi scende al molo 8 di Pearl Harbor.

Il suo incarico ufficiale è quello di vice console, invece la sua missione è talmente segreta che ne sono al corrente solo poche persone in tutto il Giappone, tra cui il comandante della Marina Imperiale, Yamamoto Isoroku.

Gli americani identificano Morimura come il calabrone, perché sanno che il suo arrivo nel loro nido d’api non è un buon segno.

Faranno di tutto per sorvegliarlo, inseguirlo, intercettarlo, arrestarlo e interrogarlo.

Inizia però una danza pericolosa tra le forze americane e quelle giapponesi, un balletto astuto e velenoso, come l’aculeo del calabrone Morimura, che vede in ballo la vita di migliaia e migliaia di persone, in quella che la storia ha chiamato la Guerra del Pacifico.

Vagabondare in Islanda - Aaronne Colagrossi

VAGABONDARE IN ISLANDA

“Lontano nell’oceano, l’Islanda si sveglia” recitava un grande poeta nordico. Vulcani, lava, acqua, vapori bollenti e terremoti sono il motore di questa terra selvaggia e primordiale. Imponenti cascate scendono da immensi ghiacciai per scorrere attraverso vallate senza tempo fino all’oceano Atlantico, immortale e solenne.
Questa magnifica terra selvaggia ha ispirato poeti, scrittori, registi e musicisti di ogni epoca.

In Vagabondare in Islanda, diario di viaggio geo-naturalistico, scoprirete un vero e proprio “mondo perduto” a due passi dal Circolo Polare Artico. A bordo di un mini-camper percorrerete la meravigliosa strada n. 1, un lunghissimo anello di oltre 2.000 chilometri, troverete molti consigli di viaggio, nozioni di geologia e zoologia, tanta avventura, storia e vita on the road.

IL REGNO DEGLI ELEFANTI

Africa, la culla della vita.
Uno dei migliori doni che potessi ricevere dalla vita è stato proprio quello di poter entrare nel cuore selvaggio del “Continente Nero”.

La sensazione di avventura mi ha agguantato appena sono atterrato all’aeroporto di Maun, nel Botswana settentrionale.

Erano anni che ambivo a fare questo viaggio, poiché desideravo incontrare una delle creature che amo di più: l’elefante africano.

Un mastodontico animale che domina indiscusso in quelle lande lontane e selvagge; tuttavia gli elefanti sono solo un tassello di quella natura ricchissima di vita.

Un ambiente primordiale, dove l’uomo è presente solo marginalmente al sistema.

Sono stati giorni di pura avventura ed esplorazione; dal delta del grande fiume Okavango al deserto del Kalahari settentrionale.

Un viaggio nel Regno degli Elefanti, dove la natura è ancora selvaggia e incontaminata…

DOVE LE ROCCE PARLANO AL CUORE

Namibia – Windhoek.
Ritiriamo i nostri due fuoristrada Toyota, attrezzati con cucina nel vano posteriore e tende sul tettuccio.

Per più di due settimane i due veicoli saranno la nostra casa nel cuore dell’Africa, gli altri membri della spedizione sistemano i bagagli e partiamo verso il deserto in una calda mattina dell’inverno australe.

Dopo aver attraversato la Namibia da sud verso nord, oltrepasseremo le frontiere con il Botswana a est.

Ma non è ancora la nostra destinazione. Sarà lo Zimbabwe, ancora più a oriente, la meta finale di questi oltre quattromila chilometri nel cuore del Continente Nero, l’Africa, questa soave alternanza di vocali e consonanti.

Questa è forse la più grande avventura alla quale abbia mai partecipato, organizzata da Explora Expedition.

Una grande emozione che ho voluto raccontare.

Corredato da oltre cento foto che raccontano il viaggio, il testo è ricchissimo di riferimenti che descrivono la geologia e le geomorfologia di questi luoghi mistici, ma anche le strutture sociali dei popoli Himba ed Herero, senza tralasciare gli aspetti naturalistici e zoologici dei grandi parchi africani e dei meravigliosi abitanti selvatici.

AVVENTURE NEL MAR ROSSO

Mar Rosso, la nostra imbarcazione salpa per una crociera subacquea, una vera avventura sotto il mare che ci porterà in contatto con gli squali, le meravigliose creature degli oceani, minacciate anche in questi perigliosi lidi.

Gli squali sono i predatori all’apice di questa catena alimentare tropicale, dove vivono migliaia di specie animali, che avremo modo di apprezzare.

Queste lontane isole sono dimora anche di relitti e fari leggendari.

IN TRENO OLTRE LE FORESTE

Gennaio 2016.
Il treno avanza lentamente tra le colline della Transilvania, imbiancate da un sottile strato di ghiaccio.

La temperatura è sotto zero e noi ci chiudiamo nei nostri giubbini.

I Carpazi osservano le grandi pianure, circondandole come un anello di pietra grigia.

Io e il mio amico ci troviamo in uno dei territori più affascinanti dell’Europa Orientale, dove troneggiano ancora castelli fiabeschi, immersi in millenni di storia e dove è possibile ancora trovare popoli di grande gentilezza.

CAPE TIBURON BUCCANEERS OF THE CARIBBEAN

The following work, despite being based on actual facts, described by Alexandre Olivier Exquemelin (1645 – 1707) in his historic-biography, published in Amsterdam in 1678, with the Dutch title De Americaensche Zee-Roovers (in English countries published under the name: The Buccaneers of America. In Italy, my country, was published under the name: Bucanieri d’America), is purely a figment of my imagination.

The historic event cited by the pirate-surgeon Exquemelin, regarding the French buccaneer Pierre Le Grand, which presumably took place in 1635, and described by the author in a very fragmentary and cursory fashion, citing only the dynamics of the events that took place that night, in the vicinity of cape Tiburón, on the south-western coast of the island of Haiti, was based on dialogues between pirates and the Spanish victims of the attack.

What I have done is to gather historic facts and hook on my version of Le Grand’s endeavours, that could seem quite questionable to outsiders. All reference to people, living or dead, is purely casual and the use of the story, as aforementioned, is purely non-fictional.

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