La trama
Tiburon in spagnolo significa squalo, quel predatore dalla forma sinuosa e allungata come il promontorio roccioso che regna sovrano come un gigantesco mostro marino sul lato sudorientale di Haiti-Santo Domingo. Proprio Capo Tiburon, infatti, fa da sfondo alle vicende narrate in questo romanzo breve.
Siamo nel 1635 e la piroga pirata Chasseur, dieci metri di lunghezza e ventinove filibustieri a bordo, è alla deriva nel mar dei Caraibi dopo una tempesta. La lunga canoa si trova cinque miglia a ovest di Capo Tiburon, i naufraghi languono come anime perdute in un’astenia infinita: pungolati dalla fame e dalla sete, il morso dell’avidità che li ha spinti in mare non molla la presa.
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Il comandante di questa ciurma di bucanieri, Pierre Le Grand, avvista un enorme galeone spagnolo nei pressi del promontorio e le mascelle della bramosia si stringono ancora di più intorno a lui. Il pirata sul ponte urla ferino l’ordine d’attacco e navigando a remi durante la notte, Le Grand fa prima affondare la Chasseur per poi lanciarsi con i suoi uomini all’arrembaggio dell’immensa nave da guerra, con poche probabilità di successo.
Del resto, la vita nella filibusta è così: vivo alla luce del sole, o morto in fondo al mare.
Gli uomini stavano acquattati sul fondo di legno marcio della piroga come cani nel fango pronti a catturare un animale. Le Grand disse: «Abborderemo sulla fiancata di destra, a mezzanave. Voglio che vi arrampichiate come scimmie, ammazzatene quanti più potete; non fermatevi nemmeno davanti al diavolo in persona».
L’autore
Aaronne Colagrossi è nato a Campobasso nel 1980 e si è laureato in Scienze Geologiche e Geologia Applicata all’Ingegneria. Da sempre appassionato di scienza, storia e immersioni subacque, la nascita dell’interesse per gli squali è da ricercare nella lettura durante l’infanzia del romanzo “Lo squalo” di Peter Benchley, che lo folgorò acuendo la sua attrazione per gli ambienti marini.
Grande viaggiatore e fotografo, dopo aver girato l’Europa sbarca nel continente africano dove entra per la prima volta in contatto con la natura pura. Autore di due romanzi, nelle sue opere affronta sempre temi a lui cari come il mare e la pirateria. Mosso dal desiderio costante di esprimersi per mezzo della scrittura, l’autore ha da poco inaugurato il suo blog personale aaronnecolagrossi.com, oltre a essere a lavoro su due nuove opere di narrazione sulla pirateria e due reportage di viaggio sulla Romania e sul Botswana.
Per maggiori informazioni, visitate la pagina Facebook dell’autore.
Lo stile
Capo Tiburon è un racconto storico di avventura che trascina il lettore dentro un evento realmente accaduto. Con uno stile diretto e una strutturazione dei dialoghi efficace e d’impatto, Colagrossi rende vivide le scene da lui narrate, permettendo al lettore di percepire il rollare del ponte della nave sotto di lui e l’odore di acqua salmastra nelle narici.
Il romanzo breve di Colagrossi nasce da un accurato lavoro di ricerca e studio delle fonti bibliografiche e risulta credibile negli aspetti più tecnici, come quelli storici o nautici, ma anche scorrevole e appassionante per chi è alla ricerca di una buona storia di avventura, pirateria e coraggio. La passione pura dell’autore per il mare e tutto ciò che lo riguarda è palpabile tra le pagine e rende l’opera perfetta per adulti e adolescenti pronti a salpare con la lettura verso questo mondo tempestoso dove ogni essere umano rischia di essere sballottato come una briciola di pane su una tavola di ubriachi.
Capo Tiburon è un racconto che resta aderente alla bibliografia storica, senza concedersi voli di immaginazione e per questo capace di soddisfare anche il più pignolo degli amanti dei un genere, quello della pirateria, che vanta una storia lunga e affascinante.