Linda bertasi e alcuni membri del gruppo intervistano Aaronne Colagrossi in merito alla sua trilogia di romanzi storici sulla pirateria.
LINDA BERTASI: Partiamo dalla STORIA, da dove nasce questa tua passione?
Nasce dal fatto che ho sempre amato leggere e apprendere quanti più dati possibili sulla storia dell’uomo. Ma nella mia vita non amo solo la storia, c’è anche la passione per le scienze e il mare.
LINDA BERTASI: EDITING, a chi ti affidi?
Ho un editor che si occupa di ciò che scrivo, specialmente in campo nautico. Inoltre, per ogni libro che scrivo, organizzo un gruppo di lettura che analizza la storia a fondo.
LINDA BERTASI: RICERCA, fondamentale in uno storico. Quale iter segui?
Bibliografia anglosassone, principalmente, ma anche italiana. Per la trilogia sulla pirateria ho eseguito uno studio bibliografico durato quasi tre anni, sia da un punto di vista geopolitico sia nautico e delle sue tecniche.
LUCIA SCARPA: Buongiorno! Volevo chiedere: quanto contano i personaggi secondari nelle tue storie? La caratterizzazione dei personaggi rimane uguale all’idea originale o varia durante la scrittura? Grazie!
Contano tantissimo, e ne tengo grande considerazione. la caratterizzazione rimane pressoché simile. Nel caso di Inferno Blu Cobalto, una storia molto lunga (640 pagine per tre anni di eventi narrati), vi è una certa evoluzione nei personaggi, tutti.
GIANCARLA ERBA: Buongiorno Aaronne. Ascolti musica quando scrivi? Se sì, quale?
Assolutamente sì, sia colonne sonore sia rock-blues, come anche classica, amo moltissimo anche il Bolero di Ravel. Non riuscirei a scrivere senza musica, praticamente.
GIANCARLA ERBA: Qual è il casus belli che ti spinge a scrivere una storia?
Dipende. L’ultima storia sulla pirateria (Pirati Sotto Scacco) è nata mentre guardavo le immagini del museo di antropologia di Cartagena De Indias in Colombia. Un’altra nacque da un incubo e mi svegliai, scrivendo sul taccuino l’idea. Ho sempre un taccuino dove scrivo immediatamente tutto quello che mi passa per la testa.
GIANCARLA ERBA: Meglio romanzi o saggi?
Preferisco romanzi, mi piace creare e leggere nuovi mondi, per così dire.
GIANCARLA ERBA: Quando scrivi come ti organizzi? Sei metodico o aspetti di essere ispirato?
No sono metodico. Scrivo tutti i giorni, generalmente un capitolo al giorno e rileggo i precedenti per eventuali correzioni.
FLAVIA GUZZO: Buongiorno Aaronne, e complimenti per la tua produzione! Casa editrice o self-publishing, e perché?
Grazie Flavia. Il primo romanzo fu con una casa editrice media di Verona, Poi decisi di sperimentare Amazon con un racconto e mi trovai bene, così decisi per il self-publishing.
ALESSANDRA LEONARDI: Ciao, qual è il tuo periodo storico preferito?
Il periodo tra il 1630 e il 1730, Indie Orientali e Occidentali, ma anche la guerra di Secessione Americana è tra i miei periodi preferiti.
PITTI DU CHAMP: Ciao Aaronne. Un periodo e un luogo del quale non scriveresti mai?
Non ce ne sono, in realtà qualsiasi periodo è un potenziale candidato per una mia storia.
PITTI DU CHAMP: Non ho ancora letto niente di tuo. Come si strutturano i tuoi libri? Hanno solo un’ambientazione storica o fatti storici realmente accaduti che fanno da colonna? E ci sono apparizioni di personaggi storici vissuti oppure son tutti di fantasia? Grazie.
Ho studiato varie tecniche per la strutturazione di un romanzo di azione e avventura. I miei modelli sono Clive Cussler, Michael Crichton e Wilbur Smith. Ma ho studiato anche quelle di Stephen King e della coppia Preston&Child. Nella trilogia sulla pirateria molti fatti citati sono realmente accaduti, come anche alcuni personaggi.
LINDA BERTASI: Parliamo del romanzo Inferno Blu Cobalto. Input, personaggi, ambientazione, tematiche e messaggio?
Volevo scrivere la storia di un uomo e delle sue vicissitudini per la salvezza, ecco come nacque questo romanzo, ma volevo fosse ambientato sul mare. I personaggi sono di fantasia, ma ci sono anche personaggi realmente esistiti e le vicende si basano in parte sulla storia di William Dampier. Il messaggio è la possibilità di cambiare in una persona, una cosa molto difficile da fare.
GIANCARLA ERBA: Autori che ti ispirano?
Joseph Conrad, Clive Cussler, Michael Crichton, Stephen King, Wilbur Smith, H.P. Lovecraft, E.A. Poe, Emilio Salgari, Preston&Child, Patrick O’Brian, Valerio Evangelisti, Peter Benchley e tanti altri.
GIANCARLA ERBA: C’è un libro che vorresti aver scritto?
Sì: Jurassic Park.
GIANCARLA ERBA: E uno che sei felice di NON aver scritto?
Oddio non mi viene.
GIANCARLA ERBA: Qual è il momento migliore per scrivere per te, di giorno o di notte?
In genere scrivo la mattina, o il pomeriggio, talvolta entrambi. Tuttavia ho notato che d’estate sono meno produttivo.
LINDA BERTASI: La tua passione per subacquea e squali sono mai stati fonte d’ispirazione?
Sì assolutamente, e parecchio anche. Il primo romanzo è iniziato grazie alla mia passione per gli squali, se non l’avessi avuto, probabilmente non avrei mai iniziato a scrivere seriamente.
LINDA BERTASI: Pirateria, perché?
Ho sempre amato questo periodo storico, ma volevo conoscere a fondo anche le motivazioni che portarono a questa epopea, così feci un lungo studio bibliografico e iniziai a scrivere Inferno Blu Cobalto e Capo Tiburon.
LINDA BERTASI: Il tuo pensiero sul self-publishing?
Mi trovo benissimo, soprattutto con Amazon. Uso abitualmente tre piattaforme e devo dire che hanno sempre risolto i problemi che potevano presentarsi. Inoltre il sistema promozionale è davvero ottimo.
LINDA BERTASI: Il tuo rapporto con i social e l’auto promozione?
All’inizio non è stato facile, ma ora sto cercando (e riuscendo) di coltivare il mio pubblico creando un triangolo tra Amazon, Facebook e il mio sito WordPress. Si tratta di un lavoro continuo e costante, il pubblico non si crea in un giorno, nemmeno in un mese. La mia pagina autore FB è attiva dal 2012 con più di duemila iscritti.
LINDA BERTASI: Nei tuoi romanzi coniughi eros e storia?
Certamente, lo trovo molto reale e necessario. I personaggi apparirebbero piatti altrimenti.
GIANCARLA ERBA: Quanto ci metti della tua persona nei tuoi personaggi?
Diciamo che c’è un pezzo di me un po’ in tutti i personaggi.
GIANCARLA ERBA: Scriveresti un romanzo su commissione? Magari su un tema che non ti piace troppo?
Non saprei, in effetti forse avrei dei problemi, però mi piacerebbe provare.
GIANCARLA ERBA: A proposito: ci sono altri generi oltre lo storico-avventuroso che apprezzi e ai quali ti vorresti approcciare come scrittore?
Certo, ho scritto anche diari di viaggio e sto pianificando un thriller, quindi sì e spero di farlo anche presto.
LINDA BERTASI: Parlaci un po’ anche degli altri tuoi storici.
Dunque, i tre romanzi storici sono sulla pirateria, il primo è Capo Tiburon, basato su eventi reali avvenuti ad Haiti nel 1635, dove un gruppo di pirati, guidati da Pierre Le Grand, attaccò un galeone spagnolo. Il secondo è Inferno Blu Cobalto, l’odissea del comandante Knight e dei sui uomini su tre oceani per sfuggire alla perfidia inglese, ambientato nel 1666 e basato su eventi reali. Il terzo è Pirati Sotto Scacco, anche questo basato su eventi in parte reali, in particolare lo sterminio del popolo Cueva da parte dei Conquistadores.
PATRIZIA INES ROGGERO: Solo pirati o anche corsari? Questi ultimi ti affascinano in egual modo?
Sì, diciamo che mi affascinano le storie alla Patrick O’Brian per intenderci, poi in realtà le differenze tra i primi e i secondi erano solo le lettere di marca e, talvolta, titoli nobiliari che permettevano a nobili di armare navi per la guerra corsa in determinati periodi, un po’ come nel ciclo dei Courteney di Wilbur Smith.
LINDA BERTASI: Ruba un personaggio storico e inseriscilo in un tuo romanzo. Chi scegli?
Sir Francis Drake, spero di scrivere qualcosa su di lui in futuro.
LINDA BERTASI: Sali sulla macchina del tempo e scegli destinazione e epoca. Dove sei finito?
Sceglierei la Port Royal del 1660. Giamaica.
LINDA BERTASI: Cena con un autore del passato. Chi scegli?
Joseph Conrad, idolo supremo.
LINDA BERTASI: La difficoltà maggiore quando scrivi?
L’accuratezza storica, sono un maniaco dei dettagli e non mi piace tralasciare cose o fatti.
LINDA BERTASI: La scena più complicata da scrivere?
Le sequenze navali, soprattutto la precisione nelle manovre nautiche.
LINDA BERTASI: Il romanzo a cui sei più legato tra i tuoi?
Megalodon, il predatore perfetto.
LINDA BERTASI: Il romanzo storico in cui vorresti vivere?
Il corsaro nero.
LINDA BERTASI: Reportage. Pregi e difetti?
Bellissimi, ma sono per un pubblico più selezionato; in genere ho notato che chi legge reportage non ama molto i romanzi.
DAVIDE CARLINI: Buongiorno. Perdonate l’ignoranza, mi potete spiegare nel dettaglio cosa intendete per reportage?
Tecnicamente sarebbe un servizio giornalistico, però si può intendere anche una sorta di diario di viaggio corredato da foto e testi.
LINDA BERTASI: Il luogo tra quelli visitati, che porti nel cuore?
L’Africa, mi è rimasta davvero nel cuore.
SONIA MORGANTI: Quanto il tuo background culturale e professionale orienta il tuo approccio alla narrazione e alla ricerca? La forma mentis del geologo aiuta ad analizzare nella profondità i fatti e i personaggi?
Sui personaggi in parte, ma sugli aspetti geografici e le ambientazioni moltissimo, perché avendo nozioni su un po’ tutto il globo riesco a districarmi in parecchi ambiti, sia in terra sia in mare.
LINDA BERTASI: Perché scrivi?
Perché mi fa stare bene, lo trovo molto terapeutico quasi; è forse una delle cose più belle che ho scoperto.
LINDA BERTASI: Tre aggettivi per definire il libro Inferno Blu Cobalto?
Seducente, nobile, imponente.
LINDA BERTASI: Tre motivi per leggerlo?
Principalmente vi sarebbe la conoscenza storica di un periodo molto oscuro, sotto molti aspetti. Poi il libro ha visto un editing nautico, quindi gli appassionati di mare potranno trarne solo beneficio. Inoltre la storia narrata si districa in molteplici ambientazioni, molti lettori lo hanno trovato affascinante.
LINDA BERTASI: Progetti futuri?
Sto scrivendo il seguito di Inferno Blu Cobalto, ambientato nella seconda guerra mondiale e intitolato provvisoriamente Guerra Blu Cobalto, sostanzialmente un gruppo di archeologi prosegue sulle orme del comandante Knight, ma non voglio svelare altro. Poi in parallelo sto scrivendo un diario di viaggio subacqueo, intitolato provvisoriamente Avventure nel Mar Rosso, dove abbiamo fatto immersioni con gli squali, ma è stata una grande avventura subacquea sotto vari aspetti, volevo raccontarla.
GABRIEL WOLF: Ciao Aaronne, è un vero piacere per fare la tua conoscenza, anche io condivido l’amore per il mare, la biologia marina e le immersioni subacquee, nonché il fascino per quella magnifica e spaventosa creatura che è il C. megalodon, a questo punto vorrei chiederti se nei tuoi romanzi mantieni sempre e comunque un rigido rigore scientifico oppure ti piace indulgere anche a ipotesi più avventate e meno ortodosse, se questo può essere funzionale per la trama?
Il piacere è mio credimi. Diciamo che mi piace ancorare le storie a elementi reali, nel caso scientifico la faccenda si complica, tuttavia nel caso di Megalodon qualche licenza me la sono presa, senza esagerare però, come avvenne nel romanzo di Steve Alten. La nuova edizione di Megalodon sta riscuotendo già un certo successo.
GIUSY MARRONE: Buongiorno, hai degli interessi molto variegati, cosa molto importante per uno scrittore, secondo me. Quale genere letterario ti permette di più di approfondire le tue passioni?
Grazie Giusy, sì sono parecchio curioso. Mi piace approfondire molteplici aspetti, diciamo che il genere avventura stricto sensu è quello che mi piace di più, ma ce ne sono tanti. Amo anche i saggi tecnici su determinati argomenti, scientifici e storici, che mi permettono di approfondire i più disparati argomenti, dalle tecnologie sottomarine al meccanismo di sparo di uno Spencer del vecchio West.
LAURA CIALE’: In percentuale, quanto prevale il vero sulla fantasia nei tuoi libri?
Ciao Laura, diciamo 70% fittizio, 30% vero. Nel caso di Capo Tiburon, esso è basato interamente su un evento storico ben preciso, che ebbe luogo in una notte, quindi in quel caso 90% vero, 10% fittizio.
TIZIANA LIA: Ciao Aaronne, ho letto alcune tue risposte e la coniugazione eros e storia mi piace molto. Se dovessi abbandonare per una volta lo storico, che genere ti piacerebbe tentare? Grazie infinite.
Ciao Tiziana, sì sto programmando un libro su un serial killer in Italia e un poliziesco, quindi mi piace sperimentare vari generi, non mi piace chiudermi in una nicchia, d’altronde ho sperimentato anche il reportage di viaggio, con buoni risultati (non eccessivi) e un techno-thriller su una spedizione abissale (Megalodon). In più sto lavorando a una sceneggiatura horror, ma al momento il progetto è un po’ arenato per mancanza di tempo materiale.
DAVIDE CARLINI: Mi piacerebbe fare una domanda pratica al signor Colagrossi, ma anche il parere di qualche altro gentile appartenente al gruppo sarebbe gradito: ripercorrendo le rotte di corsari e pirati, quale sarebbe la destinazione più suggestiva, ricca di riferimenti, di testimonianze e di resti materiali in giro per il mondo?
I luoghi sono tantissimi, certamente per l’epopea della pirateria ci sono le Indie Occidentali, come Giamaica, Tortuga, Petit-Goave, Bahamas, Roatan, Saint kitts, Cartagena de Indias, South Carolina e tanti altri. Poi ci sono le indie Orientali, Madagascar, per esempio. Poi c’è tutta l’area del Mediterraneo e la costa nordafricana, sino alla Turchia.
DAVIDE CARLINI: Se non fosse sprofondata in mare, Port Royal sarebbe ancora un luogo carico di fascino e atmosfera? Ho fatto qualche ricerca sull’isola di Tortuga, ma sembra che le tracce rimaste siano quasi del tutto cancellate. Luogo quasi rimasto incontaminato ma molto difficile da approcciare immagino.
Verissimo, su Port Royal ti consiglio questo mio articolo (Clicca). Sulla Tortuga invece ti consiglio questo (Clicca).
MACRINA MIRTI: Ciao Aaronne, sono una vecchia signora, quindi ti do del tu. Hai parlato dei pirati nel Mediterraneo. Hai mai pensato a una storia alto-medioevale? Ho scoperto che in quel periodo i pirati saraceni hanno davvero sconvolto le coste dell’Italia, spingendosi anche a centinaia di chilometri verso l’interno.
Tutti e tre i romanzi sulla pirateria che ho scritto sono ambientati tra il 1635 e il 1670, l’epopea per eccellenza dei pirati, cui seguì poi l’era di Blackbeard e gli altri pirati. Questi sono i periodi storici che preferisco. Il periodo della guerra di corsa nel Mediterraneo, Genova e Venezia, lo amo parecchio e spero di scrivere qualcosa in futuro. Mi affascina anche il periodo greco-romano, anzi, spero di poter scrivere un romanzo di pirateria ambientato in quel periodo, d’altronde i Romani introdussero il termine corsaro.
Termine Intervista.
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